TUTELE PER I RIDERS E PER CHI FA LAVORETTI: PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI
La Gig Economy è un fenomeno che riguarda 550 mila persone, spesso impiegate in “lavoretti” di poche ore e con pochissime tutele.
Ho provato a delineare quale dovrebbe essere il quadro di tutele per questi lavoratori, replicando al Sottosegretario al Lavoro, Claudio Cominardi, a seguito di una interpellanza presentata assieme a diversi parlamentari bolognesi per il caso del rider licenziato da una delle principali piattaforme di food delivery, poi reintegrato, dopo essersi iscritto al sindacato.
Il punto di partenza è che in questo settore altamente concorrenziale,
, per questo servono tutele anche attraverso la previsione di queste nuove fgure all’interno di un contratto nazionale di lavoro. Bisogna prevedere: abolizione del cottimo, compenso equo, tutele assicurative, versamenti previdenziali, pieno rispetto della sicurezza del lavoro, soprattutto quando si opera in condizioni meteo difficili, e tutela della privacy.
Non partiamo da zero. Ci sono esperienze da valorizzare, come la Carta di Bologna per i diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano, quella di Milano, l’iniziativa della Regione Lazio e nostre proposte depositate in Parlamento. E’ ora di passare dalle parole ai fatti e su questo sfido il governo a dare un segnale concreto, non solo sui social, a cominciare dal cosiddetto Decreto Dignità, del quale abbiamo perso le tracce dopo i roboanti annunci.
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